Perché vado in Turchia
«Andando io vorrei (se Dio lo vorrà), attingere e consegnare anche a voi un po’ di quella luce antica e darle nello stesso tempo un po’ di ossigeno perché brilli di più. Sento questo invio, che affronto a nome della chiesa di Roma, come uno scambio: noi abbiamo bisogno di quella radice originaria della fede se non vogliamo morire di benessere, di materialismo, di un progresso vuoto e illusorio; loro hanno bisogno di noi e di questa nostra chiesa di Roma per ritrovare slancio, coraggio, rinnovamento, apertura universale» (D.Andrea Santoro, Lettere dalla Turchia, Roma fine maggio 2000).«Tutto il Medio Oriente ha bisogno di luci di amore, di presenze di preghiera, di pazienti e tenaci costruttori di dialogo, di testimoni umili e perseveranti, di vite seminate come granelli di sale» (D.Andrea Santoro, Lettere dalla Turchia, Roma 7 settembre 2001).